Pastor Angelicus
1942
Il documentario è stato realizzato in occasione del venticinquennio episcopale di Pio XII e rievoca la vita e le azioni del pontefice. L'esemplare conservato presso l'archivio Luce presenta delle lacune in alcune sequenze. "Il film documenta la figura e l'attività di Papa Pio XII. Di Eugenio Pacelli vengono illustrate la vita privata e pubblica, le sue azioni quotidiane, il suo apostolato da quando era un semplice cardinale fino all'elezione al soglio pontificio. E' documentata una sua giornata tipo, i suoi contatti con la gente, con i bambini, con i soldati che partono o che tornano dal fronte per una breve licenza. Si conclude con la ripresa della solenne celebrazione in San Pietro in occasione del giubileo episcopale del Pontefice". (Fonte: Cinematografo)
Notizie storico-critiche |
"[...] L'occasione di questo singolare documento storico è la celebrazione del xxv anniversario episcopale di Papa Pacelli e sono proprio le immagini della solenne celebrazione giubilare in San Pietro a chiudere gli ottanta minuti della pellicola, un vero contributo del cinema ai festeggiamenti del Pontefice. La notizia di un film sulla figura di Pio XII aveva suscitato grande curiosità sin dall'inizio e si era diffusa in Italia, ma anche nel resto del mondo, tanto che Pastor Angelicus fu poi distribuito in Francia, Germania e Spagna. Per l'epoca si trattava di un'opera grandiosa e soprattutto meritevole di portare il Papa a contatto con tantissimi fedeli, attraverso il potere emotivo dello schermo.
Il momento storico che fa da sfondo alla realizzazione di Pastor Angelicus è senza dubbio uno dei più difficili per l'Europa e per il mondo intero, segnato da una serie di eventi drammatici che si rincorrono e proprio questa situazione contribuirà a dare al film un significato particolare, intenso e spirituale, di là da quello commerciale.
Il Centro cattolico cinematografico ottiene il permesso di eseguire le riprese all'interno del Vaticano, evidenziando l'intento apostolico della produzione e allo stesso tempo il desiderio del Pontefice di trovare un mezzo per essere vicino alle sofferenze dell'umanità, dimostrando la sua fiducia nel mezzo, strumento di comunicazione capace di affiancarsi agli altri in uso all'epoca per diffondere il suo messaggio di pace al mondo intero.
Il ruolo di Papa Pacelli in questa iniziativa è da subito molto attivo; lui stesso approva il progetto, visiona con attenzione la sceneggiatura e "interpreta" il ruolo principale, inflessibile e attento a ogni dettaglio, proprio perché consapevole del potere dell'immagine. Nella primavera del 1942 il Vaticano diventa dunque un set cinematografico unico. Sotto la regia di Romolo Marcellini e l'aiuto regia di Ennio Flaiano, al suo primo lavoro, gli operatori iniziano le riprese e in otto mesi girano metri e metri di pellicola. La biografia di un Papa ancora in vita diventa un documento cinematografico singolare, trasformando il film in un'udienza aperta a tutto il mondo.
Il giudizio positivo della critica e il consenso del pubblico non tardano ad arrivare. Il film fa sentire alla gente la vicinanza del Papa, ma non solo. Esso è, infatti, interpretato da molti come un'apertura ufficiale da parte della Chiesa all'uso del cinema, considerato non solo uno strumento per fare spettacolo e intrattenere, ma un altro mezzo di cui servirsi per comunicare. Le sale cinematografiche si riempiono, catturando lo spettatore, grazie anche a un sapiente lavoro di ripresa che sfrutta l'impatto emotivo dei primi piani.
In quegli anni, il cinema ha già assunto un'importanza economica e sociale notevole e, soprattutto, è evidente la sua vocazione come strumento utile alla comunicazione, ma anche alla propaganda. Quasi naturale che fosse proprio Pio XII, un Papa che ha avuto un rapporto costante con i media, ad accettare di lasciarsi riprendere nella sua giornata, nei contatti con la gente, con i bambini, con i soldati, vicino alle persone, nella consapevolezza che comunicare se stesso e il messaggio di amore al mondo poteva svolgere un importante ruolo di sostegno, di conforto, di evangelizzazione.
Difficilmente, in un altro modo, gli sarebbe stato possibile raggiungere così tante persone, nonostante la radio diffondesse la sua voce e gli permettesse di essere vicino ai fedeli, aprendo uno spiraglio alla speranza. Ma vedere il Papa era tutta un'altra cosa. Il film si avvale di uno stile narrativo semplice e misurato, artisticamente arricchito da una splendida fotografia, che offre un'affascinante testimonianza dell'operato del Pontefice, senza mai scadere nello spettacolare.
Il titolo, Pastor Angelicus, fa riferimento alla profezia di Malachia, il vescovo irlandese del XII secolo che avrebbe dato tale appellativo al 260° successore di Pietro, appunto Papa Pio XII, guida spirituale dei cattolici in un mondo che, nell'anno della sua elezione, si apprestava a entrare in guerra. Il suo motto era Opus iustitiae pax ("la pace è l'opera della giustizia") e fino al 1° settembre 1939 egli aveva cercato di impedire lo scoppio della guerra e aveva lanciato il famoso appello diffuso dalla Radio Vaticana. Ma la guerra scoppia e il Papa si serve della moderna tecnica per essere vicino ai cattolici di tutto il mondo. [...]", (fonte: articolo di Claudia Di Giovanni, in Documentazione
CRITICA
"[...] La misura e la grande dignità di stile e di tecnica che hanno guidato il Centro Cattolico Cinematografico nella realizzazione di questo importantissimo film, si avvertono sin dalle prime sequenze e si indovinano nella maniera chiara attraverso la quale i due essenziali motivi del vasto, visivo e svelto racconto raccolgono in perfetto accordo di immagini la cornice secolare del Buon Pastore. [...] Per stabilire un'armonia di espressione cinematografica, bisognava creare una palpitante testimonianza che non avesse mai l'aspetto e la forma spettacolare. [...]". (Fabrizio Sarazani, "Il Giornale d'Italia", 20 dicembre 1942).
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Documento di revisione | Nulla osta del Ministero della Cultura Popolare - Direzione Generale della Cinematografia, rilasciato il 17 dicembre 1942 sfoglia l'allegato | |
Regia | Marcellini, Romolo | |
Durata | 01:22:43 | |
Colore | b/n | |
Sonoro | sonoro | |
Distribuzione | Ente Nazionale Industrie Cinematografiche | |
Casa di produzione | Cines | |
Soggetto conservatore | Cinecittà Archivio Luce Cinecittà Archivio Luce | |
Nomi di persona | Pio XII Pio XI Gonçalves Cerejeira, Manuel Piazza, Adeodato Giovanni cardinale primate di Francia 1939 Nasalli Rocca di Corneliano, Giovanni Battista Boetto, Pietro Villeneuve, Jean Marie Rodrigue Eden, Anthony Elena di Savoia Vittorio Emanuele III Gasparri, Pietro Gemelli, Agostino Churchill, Winston Clark, Mark Wayne Montgomery, Bernard Law Giovanni XXIII Perosi, Lorenzo Serédi, Gyorgy Jusztinian | |
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Risorsa esterna | Link a risorsa esterna | |
Note |
- IL FILM SEGNA L'ESORDIO NELLA PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA DEL C.C.C. - IL REGISTA-ATTORE LUIS TRENKER CHE, PER SUA VOLONTA', NON FIGURA NEI TITOLI DI TESTA, REALIZZO' VARIE SEQUENZE DOPO AVER VISIONATO TUTTO IL MATERIALE CHE ERA STATO GIRATO IN PRECEDENZA E NE ESEGUI' IL MONTAGGIO DEFINITIVO. (fonte: Cinematografico.it) Si è scelto di rinviare alla descrizione delle sequenze realizzata dagli operatori dell'archivio Luce, senza il time code. La scheda è corredata da documentazione scientifica e divulgativa, che fornisce esaustive informazioni di contesto e di contenuto. |